1° febbraio 2021
Quando due persone si amano tutto è bello. All’inizio. Poi ci troviamo di fronte a notizie di uccisioni, di maltrattamenti, di soprusi e ci viene spontaneo pensare che quell’amore non fosse un grande amore, anzi, che non fosse proprio amore, ma qualche altro sentimento che, travestito da amore, sia in realtà sfociato in una malattia.
L’amore infatti, anche quello autentico, può ammalarsi. E, di fatto, si ammala piuttosto spesso.
La malattia più diffusa è l’inedia, la mancanza di nutrimento, che porta alla morte dell’amore. Questa malattia, così diffusa e terribile, manifesta i primi sintomi quando nella coppia si iniziano a dare per scontate un po’ di cose, la quotidianità si trascina stancamente, diventa abitudine, i gesti e le parole d’affetto vengono lasciati sottintesi, l’attenzione “per l’altro” è sostituita dall’attenzione “per altro” (gli amici, gli svaghi, i figli…) e i due diventano, poco alla volta, estranei. L’amore di coppia inaridisce, sostituito da altri amori (non ultimo, quello per un’altra persona, perchè il mondo è pieno di samaritani e samaritane pronti a colmare i vuoti esistenziali e affettivi).
Si può ancora resistere in nome di valori importanti (i figli), ma la convivenza fisica è ormai diventata sopportazione oppure (ed è orribile per un amore tra due persone) “carità” pseudocristiana, cioè pena. Prima o poi, però, si passa irrimediabilmente al rancore, abbondantemente nutrito da rivendicazioni e attacchi di vittimismo, da accuse reciproche e mancato riconoscimento delle proprie colpe. L’altro dà fastidio per il suo semplice essere presente e la vita insieme diventa insopportabile, fonte di continui litigi e di odio.
A questo punto l’amore è morto. E questa conclusione poco gloriosa capita spesso. Rimedio: alimentare ogni giorno l’amore; far sentire l’altro veramente amato, come la persona più importante della propria vita, nelle piccole cose quotidiane; desiderare di stare il più possibile insieme fisicamente con la persona che si ama e realizzare questo desiderio.
Non sono cose difficili. Ma bisogna amare.
don Roberto