25 ottobre 2021
“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Per tanti secoli (e anche oggi, per la verità) la seconda parte di questo comandamento, presente nell’ Antico Testamento e ripreso da Gesù, è stata completamente dimenticata. L’amore verso sè stessi è visto come egoismo, come chiusura all’altro e ripiegamento sui propri interessi. E così una vera e propria guerra è stata condotta verso questo comandamento, senza pensare che chi non ama sè stesso non può amare davvero neanche il prossimo.
Sarebbe dunque opportuno chiederci con quali occhi guardiamo noi stessi. Ci odiamo o ci amiamo? Pensiamo che tutto il tempo e le energie dedicati a noi siano tempo ed energie sottratti agli altri? La cultura del dovere e del sacrificio della quale il Cristianesimo si è sempre rivestito ci porta a ritenere sbagliata ogni minima attenzione dedicata a noi stessi. Fare quello che ci piace rischia di essere considerato un peccato, almeno di omissione.
Come osa, un cristiano, “perdere” tempo per leggere un libro, per giocare a tennis o a scacchi, per farsi una bella gita o per gustare qualcosa di buono in un buon ristorante? Certi predicatori e certi ” maestri” di spiritualità non riescono proprio a capire che le attenzioni verso sè stessi costituiscono un investimento che permette di essere più sereni e , quindi, di offrire un servizio migliore agli altri. Trascurare le esigenze del nostro corpo, della nostra psiche, dei nostri affetti ci fa stare in una situazione di continua tensione, ci riempie di frustrazioni, che spesso sfociano in malattia, ottenendo così il risultato che , lungi dall’aiutare gli altri, siamo noi che dobbiamo farci aiutare.
E allora non ammazziamoci di lavoro e di doveri, come la Marta di evangelica memoria. Imitiamo sua sorella Maria, che “perdeva” tempo stando ad ascoltare Gesù. Riscopriamo la gioia che deriva dal guardarci con benevolenza, senza la ricerca del perfezionismo che non ci permette di gustare quello che siamo.
Dio ci conosce e ci ama non perchè siamo i più belli, i più bravi, i discepoli perfetti. Ci ama perchè ci ama. Impariamo anche noi ad amarci. E vivremo molto meglio.
don Roberto