Agonia

23 gennaio 2023

“Agonia della Chiesa”: è il titolo di un libro che si immaginerebbe scritto qualche mese fa.

E invece è un libro del 1961, scritto dal cardinal Suhard, arcivescovo di Parigi. Più di sessant’anni fa l’arcivescovo di Parigi arrivava alla conclusione che la Francia era terra di missione e che alla sua evangelizzazione si sarebbero dovute dedicare tutte le forze possibili. Qualche anno dopo un giovano professore di teologia tedesco, Joseph Ratzinger, sosteneva che la Chiesa poteva ormai qualificarsi come una minoranza colta, autorevole e fantasios ma pur sempre una minoranza.

E adesso? Che cosa resta della Chiesa? L’agonia è finita con la morte o stiamo facendo un terribile accanimento terapeutico sul paziente? Guardiamoci attorno: è proprio il caso di continuare a piangerci addosso? Non ci sono segnali di speranza? Forse perchè abituati a sentir descrivere i fasti di un tempo stiamo perdendo la capacità di giudicare obiettivamente.

Parliamo dei giovani: ce ne sono ancora, anche a Messa. E ancora di più alle nostre tipiche azioni di volontariato, come il grest. E movimenti e associazioni cattolici raccolgono ancora un certo numero di aderenti con i capelli non spruzzati di bianco. E che dire delle famiglie con i figli ancora in età da catechismo? Magari saranno poche quelle vengono regolarmente a Messa, ma la loro partecipazione agli incontri di formazione pensati per accompagnare i figli è molto alta. E se l’Eucaristia è un punto di arrivo non possiamo pretendere che tutti ci siano già arrivati.

Un’altra considerazione importante riguarda gli anziani. Tutti a dire, con la faccia sconsolata e lo sguardo da funerale, che solo gli anziani vengono a Messa e frequentano le parrocchie. E se fosse vero (e non lo è) che male ci sarebbe? Gli anziani sono il perno della nostra società, oggi. Senza di loro e la loro opera di volontariato non potremmo tenere aperti e puliti l’oratorio e la chiesa. Ogni tanto penso che la piccola parrocchia di Grandate riesce a mettere in campo più di duecento volontari: catechisti, animatori, coristi, lettori, cuochi e chi più ne ha più ne metta.

A me non sembra una Chiesa in crisi, quella che riesce ancora a motivare così tante persone. Certo, non possiamo non pensare a scandali e a cose negative, che sono sempre capitate. Ma facciamo un torto prima di tutto allo Spirito Santo quando non vediamo il tanto bene che ancor oggi fa splendere la Chiesa. E ognuno di noi, nel suo piccolo, fa parte di questo bene.

Riconosciamolo e ringraziamone Dio.

don Roberto