22 febbraio 2021
Mi dicono che sia sempre più usato, per le automobili, il sistema del noleggio, anzichè quello dell’acquisto. Così come, vista la mobilità spesso imposta dalle esigenze lavorative, l’affitto di una casa appare come la soluzione più normale.
Tutto questo può essere indice di precarietà, di instabilità, di insicurezza. Ma può anche aiutare a vivere questa vita come andrebbe vissuta e cioè come un pellegrinaggio nel quale si può fare qualche sosta, senza tuttavia fermarsi definitivamente, perchè la meta finale non è in questa vita.
D’altronde, che cosa “possediamo” che possa durare in eterno? una casa? Un giardino? Una macchina? Una fabbrica? Di tutto siamo semplicemente temporanei amministratori. Nulla è realmente nostro. Se proprio vogliamo trovare dei proprietari di ciò che reputiamo “nostro” dovremmo guardare ai nostri eredi. A loro volta, però, amministratori. dovremmo essere consapevoli che questo è il destino dell’uomo, a cui Dio ha affidato in gestione il mondo, con l’obbligo di migliorarlo.
L’uomo è il custode del giardino di Eden, non il proprietario e quando l’umanità fraintende il proprio ruolo succedono i guai. Abitare una casa in affitto non significa trascurarla, anzi. Avere una macchina a noleggio non autorizza a prenderla a martellate o a non lavarla mai. La ricerca di ciò che è buono e bello non contrasta con l’idea che non possediamo quella realtà. Anzi, il fatto di sapere che ciò che stiamo usando non è nostro ci potrebbe far sentire un rispetto ancora maggiore e un incentivo a vederne tutti gli aspetti positivi.
Certo, siamo umani e, quindi, ci deve essere di mezzo anche l’affetto. Ma anche qui potremmo essere aiutati dal distacco da ciò che non è nostro, ma a cui ci siamo affezionati: è tutta preparazione al distacco ultimo su questa terra e cioè alla morte. Di là non portiamo nulla di ciò che abbiamo “posseduto” su questa terra.
Mi rendo conto, tuttavia, che, per tanti, l’avere cose proprie sia la realtà normale. E allora mi permetto di dare un consiglio: un modo abbastanza efficace per vivere un rapporto equilibrato con ciò che si possiede è quello di fare testamento. E’ come affermare che quello che ora abbiamo è già di altre persone.
Amministratori, dunque, e non proprietari. Come i servi protagonisti di tante parabole evangeliche, che devono essere pronti a rendere conto di come hanno gestito i suoi beni.
don Roberto