9 settembre 2019
Per qualche giorno gli abitanti di Grandate non hanno potuto bere nè usare in alcun modo per fini alimentari l’acqua dell’acquedotto comunale a causa della massiccia presenza in essa di una sostanza chiamata “propazina”, componente di diserbanti e pesticidi.
Nell’Enciclica “Laudato si'” il Papa scrive :”Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature.
Ci si ammala, per esempio, a causa di inalazioni di elevate quantità di fumo prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare o per riscaldarsi. A questo si aggiunge l’inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale… Le falde acquifere in molti luoghi sono minacciate dall’inquinamento che producono alcune attività estrattive, agricole e industriali, soprattutto in Paesi dove mancano una regolamentazione e dei controlli sufficienti”.
Parole ovvie e concetti risaputi, si potrebbe dire. Poi capita che i concetti risaputi, ma che esprimono realtà lontane, arrivino ad avere una terribilmente concreta vicinanza. E allora ci si preoccupa davvero perchè l’inquinamento non è più affare degli altri, che richiede una semplice e svogliata condanna in generale, ma ti entra, letteralmente, in casa. Questa volta tocca a te bere acqua inquinata e scoprire quali tremende insidie possono essere nascoste in un bicchiere di quel liquido trasparente e invitante. Quando una cosa negativa ci tocca da vicino suscita sempre interrogativi e reazioni.
Che cosa mangiamo? Che cosa beviamo? Che cosa respiriamo? Come facciamo a difenderci dalle trame di chi mette il profitto al di sopra di tutto, infischiandosene del bene comune? Domande che sorgono spontanee. Ma forse c’è un’altra domanda, un po’ più impegnativa e, quindi, meno spontanea : che cosa posso fare io per inquinare di meno?
E qui arriviamo alle reazioni, che, come troppo spesso accade, rischiano di fermarsi alla polemica sterile contro chi non c’entra. E se, invece di far polemiche, cominciassimo a evitare di prendere la macchina per percorrere duecento metri? E se provassimo a non usare la lavastoviglie? E a ridurre al minimo l’uso dei condizionatori? E dei telefonini e dei computer? Probabilmente non risolveremmo il problema dell’inquinamento, del riscaldamento globale, della biodiversità, ma cominceremmo a dare il nostro piccolo contributo per un mondo migliore. Senza disfattismi ed estremismi. Semplicemente, da persone ragionevoli che fanno quello che possono, senza aspettare che siano sempre gli altri a muoversi.
don Roberto