21 novembre 2022
Il 18 novembre é stata la Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Tempo di riflessione e di pentimenti, questo, per la Chiesa cattolica. La Chiesa francese sta facendo amaramente i conti con una stagione di coperture, di bugie e di ipocrisia.
A qualche giorno fa, infatti, risale la notizia di 11 vescovi ed ex vescovi coinvolti in quanto abusanti o fornenti copertura ad abusanti. Il nome più “illustre” è quello del cardinale Jean Pierre Ricard, settantottenne vescovo emerito di Bordeaux, che ha confessato di avere abusato di una ragazzina quattordicenne quando era parroco. Il quotidiano “Avvenire” ha pubblicato una lunga intervista a don Gottfried Ugolini, psicologo, responsabile del Servizio per la tutela dei minori della Diocesi di Bolzano-Bressanone (Servizio ormai attuato sia a livello nazionale sia livello diocesano, in Italia), che terrà un corso sugli abusi presso la facoltà teologica del Triveneto.
Dice, tra le altre cose, don Ugolini: “Dietro la piaga dell’abuso ci sono persone, minori, uomini e donne, che sono state ferite nella loro dignità riportando conseguenze esistenziali (alcune non ce l’hanno fatta e si sono suicidate). Nella cultura italiana il teme dell’abuso è ancora tabù e regge l’omertà. Nè i media, nè la politica e né la Chiesa affrontano con il necessario coraggio e il doveroso impegno la piaga dell’abuso. Il disagio delle vittime si aggrava non vedendo significativi cambiamenti. L’abuso non avviene mai soltanto tra due persone, c’è sempre un ambiente che lo permette, che lo protegge e che lo relativizza. Purtroppo ogni istituzione come sistema tende alla propria conservazione e protezione, favorendo il rischio di salvaguardare la propria immagine, di coprire e di trasferire, di pagare e far tacere, di trovare soluzioni interne o di accusare le vittime di aver istigato, provocato o di fingere un abuso per ottenere soldi”.
Che dire? La difesa dei deboli dovrebbe essere un principio di umanità, senza nemmeno scomodare il Cristianesimo. Troppo spesso, invece, abbiamo vissuto situazioni nelle quali neanche davanti alla confessione del reo ci si arrendeva ad ammettere la sua colpevolezza,, spargendo, anzi, fango sulle vittime.
Altra epoca? Altro tipo di Chiesa? Altri uomini e altre donne, più preoccupati dell’onorabilità esteriore dell’istituzione che della verità? Chissà… Continuiamo a credere fermamente che Gesù vince il male.
don Roberto