A chi fa “politica”

Avrei una richiesta a fare a tutti gli uomini e a tutte le donne che fanno “politica”: potete, per favore, stare zitti? Anche solo per qualche giorno, anche solo nella settimana di Ferragosto. Volete smetterla di avvelenare il clima, di esasperare i toni, di creare contrapposizioni? Volete smetterla di litigare come bambini capricciosi, di sfruttare i drammi e le sofferenze delle persone per tirare l’acqua al vostro mulino? Basta! Non se ne può più! Andate in vacanza anche voi, per favore. E lasciate una settimana libera anche a chi cura la vostra comunicazione. Apparire non è essere. Voi potete fare molto per il bene del nostro Paese. Ma state comunicando che vi stanno a cuore solo gli interessi della vostra bottega, sia la bottega in piena espansione sia quella sull’orlo del fallimento sia quella che tira a campare. Comunque sempre e soltanto la vostra bottega. A quanto volete che arrivi l’astensione alle prossime elezioni? Oppure è proprio a questo che puntate: far sì che vadano a votare solo i vostri pasdaran e tutti gli altri se ne stiano a casa, schifati? Tacete per una settimana. Per favore! Godetevi il mare, la montagna, i laghi,provata a sopravvivere senza twittare e senza farvi inquadrare. Se avete una famiglia, godetevela qualche giorno, magari senza usare moto d’acqua della Polizia per far divertire i figli. Giocate a biglie in spiaggia, fate la fatica di andare in qualche rifugio alpino camminando per qualche ora in salita, dedicatevi a quell’attività che può sembrarvi così astrusa e rara e invece è tanto utile e benefica: leggere un libro. Un libro, non le dichiarazioni dell’amico-nemico. Provateci a stare in silenzio. So che non sarà facile, ma fatelo per noi. Ne abbiamo le tasche di battaglie, di schermaglie, di facce arrabbiate e di parole che rivelano lingue quasi mai collegate al cervello. Forza e coraggio, cari uomini e care donne che vivete di “politica”. Aiutatemi a scrivere questa parola senza virgolette e con l’iniziale maiuscola. Vi ringrazio anticipatamente per il silenzio che farete.
Don Roberto