#SETTE – Aprile 2021

Siamo ancora stremati. L’epidemia di covid ci ha segnato e continua a creare tensione, paura, a volte angoscia. E anche l’esatto contrario: superficialità, leggerezza, irresponsabilità.

In ogni caso dovremmo aver capito almeno questo: l’essere umano è, e rimane, una povera creatura, debole e fragile, soggetta a sbagliare e costretta, comunque, a fatiche e sofferenze che, spesso, si infligge da sola.

Ecco, allora, la Pasqua. Gesù ci dice che la creatura umana non è fatta per la morte. La certezza di dover morire si affianca alla certezza della Risurrezione.
Sono orizzonti diversi, quelli che Gesù ci presenta.

Non sono rinchiusi dentro la sempre troppo breve vita terrena, non si esauriscono nel percorso di ognuno di noi in questo mondo.
La Pasqua ci richiama alla nostra realizzazione piena.
È vero, siamo deboli e fragili, ma siamo anche infinitamente Amati. E l’Amore di Dio non si esaurisce nel corso del nostro pellegrinaggio terreno.
Egli continua a nutrire per la Sua creatura un Amore incredibilmente profondo, che si estende all’eternità. Pur con tutte le nostre paure, guardiamo con fiducia al Signore. Lui sa, Lui può. Ci prende in braccio e ci porta, attraverso le vicende della vita di qui, alla vita di là.
La vita risplende, dunque, di luce intensissima, ha orizzonti infiniti, profuma di eternità.
Grazie, Signore Gesù!

È ancora Pasqua.

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